Sunday, March 18, 2007

Erfurt sul treno

Gita ad Erfurt con Valentina, Marta e Silvia.
Italia e Spagna. Si parlano due lingue ma ci si capisce.
Ormai ho preso l'abitudine di scrivere sul treno. Pensieri disordinati. Mi limito a riportarli.

Treno del ritorno.
C'è chi dorme e chi scrive...come sempre.
Il treno concilia il sonno o dà il via ad una marea di pensieri. I paesaggi scorrono veloci fuori dal finestrino, strade bagnate, sentieri fangosi. Un giorno di pioggia ma di quelli che non hanno il potere di rabbuiarti la giornata, semplicemente di farti rannicchiare di più in te stessa e pensare, pensare...

Erfurt è una bella cittadina, ricca di edifici dalle belle facciate e di angoli di storia. Non c'era il sole ma un cielo dalle mille sfumature. In alcune città le nubi fanno parte della scenografia e probabilmente se ci fosse stato il sole molti edifici non si sarebbero specchiati nel ruscello, così come nel fiume. E nessuna impronta nel terreno che cambia colore e forma al passaggio...per poter dire "ci sono stata!".

Nel treno la gente legge o dorme. Qualcuno amoreggia, qualcuno chiacchiera e c'è chi racconta fiabe al suo bambino.
Giovani con zaini da campeggio si buttano esausti sui sedili, stanchi e pieni di vita come lo è chi viaggia e si sa adattare. Mi piace guardarli dormire e immaginare quante strade hanno percorso e quante ne percorreranno, quanti treni ancora cambieranno prima di tornare a casa.
Io voglio assolutamente e "semplicemente" questo.
Essere felicemente stanca di vita, devo sentire la terra girare sotto. E il mappamondo deve girare, continuare a girare. Potrei vendere l'anima al diavolo per una vita del genere.
Continuare a sentire il rumore del treno, fermarmi ad una stazione semplicemente per poi ripartire.

Questo treno mi riporta a Lipsia. E' tremendamente triste pensare che questo percorso lo rifarò tra una settimana ma per tornare in Italia. Triste perchè non so se tornerò, quando lo rifarò di nuovo nel senso inverso.
Non c'è alcuna certezza se non quella del cambiamento. La Livia che deciderà di riprendere questo treno sarà diversa già tra una settimana. Sono le piccole cose che ci cambiano, la semplice chiacchierata e i luoghi che visitiamo.
Ho frammenti di Spagna sui sedili di fronte e d'Italia accanto. Ogni persona è paese e mondo che viaggia o resta a casa. A piedi, in treno, in auto, in aereo o in nave.

Ciò che l'occhio vede non dimentica anche se il ricordo è sempre più debole. La pellicola è impressa e seppur danneggiata non è mai vuota.
Bisogna curare i nostri tesori, le nostre pellicole per poterle rivedere una sera davanti ad un tè caldo. Sì, queste cose vanno fatte d'inverno soli o in buona compagnia perchè quando i giorni son più lunghi e caldi c'è meno tempo per star fermi. Bisogna solo partire.
Un biglietto per l'altrove, per favore...
ma uno di quelli economici...


1 comment:

fausticchia said...

Il treno è uno dei miei luoghi preferiti... anche perchè al momento metà della mia esistenza la trascorre in qualche vagone.
Partite, sognate.