Wednesday, June 27, 2007

Ubiquità

Ubiquità. Dal latino ubique (“in ogni luogo”). L'ubiquità è la qualità delle cose che sono presenti in ogni luogo. Il termine era usato dalla filosofia medievale per spiegare la qualità propria di Dio di essere presente in ogni luogo del Suo creato.
Ora, anche se ho qualche ottima qualità oltre a diversi difetti, non mi si può paragonare ad una divinità e quindi pretendere che il 20 luglio io sostenga un esame scritto e orale di diritto e allo stesso tempo inizi il campus in Montenegro perchè senza di me non si può, perchè i ragazzi devono fare teatro, perchè i 24 liceali di quest'anno erano affidati a me ecc, ecc, ecc...
E soprattutto non si può scombinare ogni programma a 20 giorni dalla partenza.
Non so che fare.Una parte di me sta già soffrendo il mal di mare sul traghetto o nave della speranza ( per alcuni è più oppurtuno chiamarlo gommone!), un'altra sta già preparando l'esame di diritto con il mal di stomaco. Insomma in ogni caso c'è un disturbo nella zona del ventre.Ubiquità del mal di stomaco.
Partire il 22, tornare a casa e imbarcarsi da sola il prima possibile?
Ma che sono supergirl?
Il dono dell'ubiquità sarebbe davvero una bella cosa. Bersi una birra fresca e dormire allo stesso tempo, godersi un bel film e andare al mare e tanto, tanto altro ancora...
Se non dovessi sopravvivere dite a mamma che adoro la sua paella!

Meglio Autostradeitalia

Dopo 10 ore di viaggio, aver gelato per 2 ore su un treno rieccomi a Gorizia. Perché Trenitalia proprio non sa usare i condizionatori…o si muore dal caldo o provano a conservarti in un frigorifero. Inutile infilare le braccia nello zainetto o provare a dormire per non pensare…il freddo ti entra nelle ossa e il risultato è un mal di testa bestiale e brividi di freddo per tutta la serata.
Conclusione: son d’accordo con Pietro: meglio Autostradeitalia! Ci si mette tempo per fare pochi km ma almeno non incontri i pinguini.
In ogni caso sono di nuovo a Gorizia, un po’ abbronzata e con un ginocchio distrutto perché ormai i gradini per me sono diventati un optional. E se vi dicessi che son caduta solo per avere ora una bella crosta a forma di cuore??? No, eh?
Insomma, è ora di rimboccarsi le maniche e lavorare sul serio. Non pensare al mare…ma guardate che il mare sbrilluccica davvero tanto…così come i campi di girasoli…
Ok, studio!

Sunday, June 24, 2007

Sposa sposa sposo

23 giugno 2007 ore 17 Chiara si sposaaaa!
Chiaretta, la mia prima amichetta di Pineto...quante ne abbiamo fatte insieme, quanti guai, quante volte a chiacchierare fino a tardi di piccoli e grandi amori...
Ha detto il fatidico "Sì" e devo ammettere che aveva una gran fretta di raggiungere la chiesa!
Splendida in quell'abito bianco, raggiante più che mai e felicissima insieme al suo sposo, emozionatissimo e tenerissimo.
La cerimonia è stata davvero bella, a tratti anche commuovente.
Anche la villa dove si è svolta la cena era magnifica, con una vista stupenda sui colli e sul Gran Sasso, il bel gigante che dorme.
Un bel pomeriggio e una piacevole serata.
E' gioia per il cuore vedere così tanto amore che trabocca ad ogni gesto e sguardo.
E ancor più gioia se è la tua amica a brillare così.
Amore, amore e ancora...AMORE.
Lo sposo può baciare la sposa...

Thursday, June 21, 2007

Maremania

Oggi fa veramente caldo. Mi sono presa la mia prima insolazione dell'estate e ho fatto il mio primo bagnetto. Resterò pochi giorni a casa e devo approfittarne per diventare un pò nera.
Sdraiata sul lettino, tra il mondo dei sogni e il rumore delle onde a riva ho capito che io mi stancherei volentierissimo di mare.
Cosa darei per allungare le ore in quei momenti...
Giugno è il mese ideale perchè non ci sono gli schiamazzi di agosto, non c'è tanta gente, non ci sono i fighi palestrati che invadono le spiagge e si credono tutto loro, nè le miss che sfilano a riva, si è tutti bianchi uguali e tutti ancora con un pò di pancetta.

Mio fratello ha gli esami di stato ed è più esaurito del solito. Anche a lui farebbe bene un pò di mare se si arrabbia e mi fa scenate perchè ho di meglio da fare che uscire con lui e la fidanzata stasera.
Un pò di sole e tintarella farebbe bene anche a mamma, bianca come un lenzuolo e stanca di lavorare.
Papà non se lo fa ridire due volte, la strada per il mare la conosce bene e certo non attende che glielo dica io che il mare ricarica.

Willy ha caldo ma non credo abbia bisogno di mare, così come quella svampita di Milù e quel panzone di Oreste.
Non si può pretendere che il probabile legame ancestrale che lega uomo e mare coinvolga anche i felini.
Forse perchè prima di vivere con gli uomini, i gatti vivevano principalmente in foreste o praterie, o in ambienti più secchi come la savana, raramente vicino al mare.
Ma voi ve lo immaginate l'antenato di Willy in una foresta? Piccolo pelosetto nero batuffolo di tenerezzaaa!

Tuesday, June 19, 2007

Finalmente e di nuovo

Voi non ci crederete ma le colline non sono tutte uguali, o meglio…ogni luogo ha le sue colline e i suoi campi di grano. Non confonderei mai le colline di casa mia, ad esempio, con quelle del Veneto o del Friuli.
E quando inizio ad intravedere dal treno le mie colline e il mio mare è come se i polmoni respirassero di nuovo aria nuova. E’ un’emozione splendida…il rumore del treno e il mare a pochi metri, quasi un miraggio. Baciato dal sole, cullato dal vento, desolato e pieno di gente.
Che bello tornare a casa dopo mesi d’assenza. Che bello vedere che tutto è cambiato ma in fondo sempre uguale. Eppure sempre più bello di come lo hai lasciato.
Casa è piena di fiori, campanule rosse inondano il balcone e si arrampicano lungo le pareti.
La mia camera è super ordinata e mamma la vuole fotografare per vedere che ne sarà domani.
Il pane ha il sapore di casa, l’insalata, i pomodori hanno un gusto diverso se mangiati accanto a mamma e papà. Profumi di famiglia, di cucina e gatti che girano per casa…finalmente e di nuovo.

Wednesday, June 13, 2007

L'ordine non fa male...malissimo

Lo dico, ridico e ribadisco: l’ordine fa male. Ne sono più che convinta. Il caos è la medicina, la voglia di fare confusione e la spinta verso il disordine vi renderanno persone scombinate ma sicuramente felici. Ci sono momenti in cui le regole vanno infrante, le sicurezze abbandonate perché il caos deve potersi esprimere. Soprattutto se fino ad oggi siete state persone precise, con tutto al posto giusto: rotelle e camerette.

Ai maniaci dell’ordine, della perfezione ho da dire qualche cosetta. Anche loro capiranno che lodare il disordine non è semplicemente uno dei tanti atti trasgressivi che i disordinati compiono. Questa volta sosterrò la mia tesi innanzitutto ricordando che è il caos il creatore supremo perché lo stesso universo non si è formato, nel corso dei millenni, seguendo una logica lineare, ma attraverso salti improvvisi, mutamenti imprevedibili, percorsi irregolari e incostanti.
Ogni atto creativo contiene il germe caotico, che non significa mancanza di significato ma semplicemente compresenza di più sensi, di prospettive possibili. Trovatemi un genio o un artista ordinato!

Che cos’è l’ordine se non una monotonia che influisce negativamente sulla nostra mente? Non c’è una persona ordinata che non sia stressata, stanca e che non abbia l’aspirina o il moment nel cassetto del comodino. Il problema degli ordinati siamo noi disordinati che non abbiamo problemi a vivere ai margini del caos e la scatola dell’aspirina forse l’abbiamo buttata per sbaglio sotto il letto. Siamo noi con gli armadi dalle ante sempre aperte o semiaperte, dai vestiti stropicciati, con le sedie piene di panni, le scrivanie simili a campi di battaglia e che amiano convivere ogni giorno con un po’ di sana follia. Tutto sarebbe davvero perfetto se non esistessero gli ordinati che sembrano abbiamo come unico obiettivo quello di farci sentire in colpa per una cosa che fa parte della natura…mia mamma oltre a questo obiettivo spera ancora che un giorno io possa cambiare e nel frattempo si ostina a riordinare per me.
Ecco, mia mamma è una di quelle che soffre spesso di mal di testa, che cerca sempre e comunque stabilità e non ha capito che solo toccando il caos si ha evoluzione, mutamento e, in una parola, vita. Non ci crede lei che i miei cassetti sprigionano vita!

Pensate se anche lo spirito fosse ordinato…che noia mortale! Un mondo affettivo piatto, senza batticuori, un mondo statico e ordinato.
Se mettessi ordine nella mia stanza di sicuro avrei una mamma più contenta, un farmacista depresso ma i miei vestiti non godrebbero della libertà di star accatastati nell’armadio, non troverei nell’ordine quel che nel disordine trovo senza difficoltà e soprattutto entrata in camera uscirei terrorizzata pensando di aver sbagliato porta.

E poi il disordinato, non avendo ordine e schemi prestabiliti ha senza dubbio più capacità di adattamento poiché anche la legge della natura dice che sopravvive chi sa mutare all’occorrenza, chi non impazzisce se niente va come deve andare o come l’agenda vuole che vada.

L’ordine sarà forse il piacere della ragione (la vostra!) ma il disordine è sicuramente la delizia dell’immaginazione. Lo dice Claudel, mammaaaaa!
Ops, e che ci fa il dizionario lì sopra?

Tuesday, June 12, 2007

Problemi di comunicazione


Sono stata da una dentista slovena. E dal momento che sono tornata sana e salva a casa prometto di non sfidare ulteriormente il destino. Con la mano sinistra reggevo l’aspiratorino che l’assistente non si degnava di tenere, la destra voleva toccare ferro e sperava di non ritrovarsi a reggere la lampada…
Devo ammettere di aver passato minuti di paura e se ne sono accorte anche loro visto che in italiano hanno detto solo “tranquilla, non agitarti”… ma come fai a star tranquilla quando vedi che la dentista ti toglie una carie senza addormentarti la gengiva?
In un orecchio sentivo e capivo solo la parola “trapanazio”, nell’altro le raccomandazioni di mamma “Livia, attenta a non beccarti l’epatite!”…
Insomma un pomeriggio da incubo ma ora i miei dentini sbrilluccicano.
Le avventure non finiscono qui: questa sera sono stata al compleanno del fidanzato di Francesca. E anche dopo cena ci sono stati problemi di comunicazione. Peccato che in Italia e con italiani. Non ho notato molta differenza con la Slovenia perché non ho capito un granchè di quel che diceva quella che definirei la comunità pugliese di Gradisca. Ma a quanto pare neppure loro capivano me se uno mi ha chiesto ben 20 volte nel giro di 2 ore se volevo l’insalata di riso (neppure mia mamma in 24 anni me l’ha chiesto così tante volte!) e un altro 4 volte cosa studiassi.
-Che studi?
-Traduzione.
-Ah, quindi diventerai un’attrice…
Ma come un attrice? Questo non me lo aveva mai detto nessuno…disoccupata, commessa, segretaria, cameriera…ma attrice mi mancava!
Io ho provato a trattenermi, giuro di aver fatto il possibile ma sono scoppiata a ridere e avevo le lacrime agli occhi. Mi sono allontanata appena ho potuto con una scusa banale anche perché mi era andato persino di traverso il boccone e Roberta, con calma, per ben 3 volte ha dovuto spiegare che non si diventa attrici traducendo e che tradurre significa trasformare un testo da una lingua all’altra.
E pensare che non è uno scherzo, né un incubo…è tutto vero!
Mi darò ai segnali di fumo...

Sunday, June 10, 2007

Il principio è il fiore


Ed eccomi di nuovo a scrivere e riflettere su quel che sta succedendo in questi giorni. Due esami, tanto stress e poco tempo per far ciò che più mi piace.
Un’amica giù di tono che non ha ancora capito cosa vuole da se stessa, un'altra che sta per scoppiare perché per troppo tempo ha lasciato che gli altri decidessero e organizzassero la sua vita, una donna alle prese con gli ultimi capitoli di una tesi infinita che mi dà consigli e istruzioni per diventare una “donna come si deve”, un uomo insoddisfatto di ciò che lo circonda ma che presto tornerà a sorridere…
Professoresse che sfogano le loro crisi esistenziali su poveri studenti che non vedono l’ora di finire l’università ed entrare nel favoloso mondo dei disoccupati, colleghi che ti stanno con il fiato sul collo…
Chi ti telefona parlandoti di quanto sia bello il mare a casa tua, chi di quanto sia triste senza te, chi ti manca e vorresti raggiungere invece di star seduta davanti ad un pc.
E il sole splende fuori, le lepri corrono nel giardino accanto.
E come ho scritto già a qualcuno “non c’è luogo in cui non ci sia il sole, non c’è luogo in cui non ci sia un fiore”. Questo deve bastarci a farci sentire sempre e ovunque vivi, nonostante le difficoltà, perché nulla viene per nuocere ma solo per temprare.
Il principio di tutto è il fiore. Se può nascere un fiore vuol dire che c’è acqua e luce a sufficienza. Affacciamoci alla finestra e catturiamo quel calore che rende verdi le piante e rossi i papaveri. Un respiro a pieni polmoni. E si rinizia, da capo. Anche se è domenica.

Wednesday, June 06, 2007

Viaggi in cravatta, viaggi in jeans

A pochi metri. Di fronte. Saliti a Padova.
Un consulente finanziario. Valigetta, giacca e cravatta. Ha lavorato anni in banca e da dicembre ha cambiato lavoro. Ha un bimbo di 3 anni e quando avrà 12 anni lo porterà a Disneyland. Se lo portasse prima sarebbe un peccato perché poi non se lo ricorderebbe.

Accanto a lui un Pantaloni e t-shirt che addenta un hamburger e gliene offre un morso. “No, grazie, sono a dieta. Devo perdere 7 kg” risponde il consulente.
I due non si conoscono. Iniziano a parlare.

Il consulente ascolta interessato la storia del film che uscirà a breve prodotto dal ragazzo senza valigetta. E’ stanco e domani gli toccherà lavorare anche se è sabato: “Non si può lavorare sempre!”
“E’ vero” risponde l’altro – “ Ma se si ama il proprio lavoro si può lavorare anche ogni giorno”. Il suo accento è straniero, occhiali così particolari dalla montatura nera e le lenti tonde non se ne vedono in Italia.
“Da noi in Nuova Zelanda…”

Lo osservavo e ascoltavo a un pezzo chiedendomi da dove venisse.
Pensavo “è un girovago o un australiano!”…
Troppi i luoghi impressi nel suo volto, innumerevoli i viaggi che racconta. Anche il consulente ha viaggiato parecchio.

Viaggi in jeans, viaggi in cravatta.
I due si scambiano il numero di telefono.
Si salutano e io mi ritrovo a fantasticare e ad invidiare il girovago che lavorerebbe tutti i giorni e che adesso dorme con il viso appoggiato al finestrino del treno.
Don’t dream it, do it.