La situazione è abbastanza complicata, ma a noi non ci sono mai piaciute le cose ovvie (o meglio, purtroppo non le conosciamo!), siamo quelli dell’ “ufficio complicazioni affari semplici”…
Forse ho trovato un lavoro. Sottolineo forse, non perché sia scaramantica ma perché è veramente un casino capirci qualcosa!
Si tratta di un’impresa consulenza/marketing che lavora per i fornitori e produttori della tecnologia medica, della diagnostica e biotecnologia. Loro, quell’omino bizzarro dagli occhiali con montatura nera e i capelli ricci da pazzo esaurito, brutta copia di Einstein da giovane, che oggi per due ore ha creduto (mille informazioni in tedesco a velocità della luce, da bravo fisico!) di spiegarci come utilizzare i vari software per far le interviste, chiamare, registrare, faxare, e la tipa che ha appeso alla porta, sperando che nessuno la vedesse, il cartello “pericolo di vita”, cercano italiani per lavorare al loro progetto.
Noi, che dovremmo subirci tre giorni di corso per poi diventare “rompicoglioni” a tutti gli effetti (ops, intervistatori!) riceveremmo un compenso per intervista, dovremmo lavorare almeno 15 ore a settimana e tradurre i dati acquisiti (se mai un’anima pia ci concederà un’intervista) in inglese.
La questione ora è innanzi tutto ricordare tutto quel che oggi quello squilibrato ci ha spiegato (perché se facciamo casini si arrabbia pure! Le sue parole erano “divento cattivo”) e poi trovare una strategia per persuadere dottori, infermieri a perdere un po’ di tempo con noi. Metterla sul pietoso? Non possiamo neppure fare gli occhi dolci perché non ci vedono, o appiccicarci al loro camice, strisciare ai loro piedi implorando compassione spiegando che potremmo ricevere fino a 60 euro per i loro 30 minuti di tempo…
Medici italiani, mi rivolgo a voi, datemi il tempo di parlare, non chiudetemi il telefono in faccia, non trattatemi male, non ditemi parolacce e rispondete alle mie domande…tanto lo sanno tutti che non avete molto da fare durante il giorno!
Ma vi rendete conto? Questo è il destino che mi si rivolta contro per tutte le volte che mi son presa gioco delle centraliniste che chiamavano a casa, tutte le volte che con fare da donna superiore ho chiuso loro il telefono in faccia, o fatto finta di esser minorenne per non rilasciare interviste.
Domani ho altre due ore di supplizio e teoricamente mi istruiranno sul contenuto dei questionari, un po’ di conoscenze mediche prima di entrare nel mondo delle donnine con le cuffie e i microfonini, sedute su morbidose sedie a forma di palla (quelle che rimbalzano!) con un piccolo schienale.
Il lato positivo è che ci sono altri giovani sulla mia stessa barca, stranieri anche loro e che hanno capito ben poco di quel che accadeva attorno a loro oggi. A parte l’americano che aveva veramente lo sguardo di uno quasi pronto a iniziare da domani…o fingeva bene?
Sì, un team giovane e pc che ci attendono…a me attenderà anche qualche pasticcio con conseguente sgridata, ma ok, mettiamoci in gioco e vediamo che accade…o non accade?
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