Wednesday, June 06, 2007

Viaggi in cravatta, viaggi in jeans

A pochi metri. Di fronte. Saliti a Padova.
Un consulente finanziario. Valigetta, giacca e cravatta. Ha lavorato anni in banca e da dicembre ha cambiato lavoro. Ha un bimbo di 3 anni e quando avrà 12 anni lo porterà a Disneyland. Se lo portasse prima sarebbe un peccato perché poi non se lo ricorderebbe.

Accanto a lui un Pantaloni e t-shirt che addenta un hamburger e gliene offre un morso. “No, grazie, sono a dieta. Devo perdere 7 kg” risponde il consulente.
I due non si conoscono. Iniziano a parlare.

Il consulente ascolta interessato la storia del film che uscirà a breve prodotto dal ragazzo senza valigetta. E’ stanco e domani gli toccherà lavorare anche se è sabato: “Non si può lavorare sempre!”
“E’ vero” risponde l’altro – “ Ma se si ama il proprio lavoro si può lavorare anche ogni giorno”. Il suo accento è straniero, occhiali così particolari dalla montatura nera e le lenti tonde non se ne vedono in Italia.
“Da noi in Nuova Zelanda…”

Lo osservavo e ascoltavo a un pezzo chiedendomi da dove venisse.
Pensavo “è un girovago o un australiano!”…
Troppi i luoghi impressi nel suo volto, innumerevoli i viaggi che racconta. Anche il consulente ha viaggiato parecchio.

Viaggi in jeans, viaggi in cravatta.
I due si scambiano il numero di telefono.
Si salutano e io mi ritrovo a fantasticare e ad invidiare il girovago che lavorerebbe tutti i giorni e che adesso dorme con il viso appoggiato al finestrino del treno.
Don’t dream it, do it.

2 comments:

Anonymous said...

Serio liviù....t'immagini..uno lavora per un pò in un posto..qualsiasi lavoro...giusto per vivere..e poi va via in un altro...si si si

Livia said...

ma mi leggi nel pensiero???
Quando si parte?