A pochi metri. Di fronte. Saliti a Padova.
Un consulente finanziario. Valigetta, giacca e cravatta. Ha lavorato anni in banca e da dicembre ha cambiato lavoro. Ha un bimbo di 3 anni e quando avrà 12 anni lo porterà a Disneyland. Se lo portasse prima sarebbe un peccato perché poi non se lo ricorderebbe.
Accanto a lui un Pantaloni e t-shirt che addenta un hamburger e gliene offre un morso. “No, grazie, sono a dieta. Devo perdere 7 kg” risponde il consulente.
I due non si conoscono. Iniziano a parlare.
Il consulente ascolta interessato la storia del film che uscirà a breve prodotto dal ragazzo senza valigetta. E’ stanco e domani gli toccherà lavorare anche se è sabato: “Non si può lavorare sempre!”
“E’ vero” risponde l’altro – “ Ma se si ama il proprio lavoro si può lavorare anche ogni giorno”. Il suo accento è straniero, occhiali così particolari dalla montatura nera e le lenti tonde non se ne vedono in Italia.
“Da noi in Nuova Zelanda…”
Lo osservavo e ascoltavo a un pezzo chiedendomi da dove venisse.
Pensavo “è un girovago o un australiano!”…
Troppi i luoghi impressi nel suo volto, innumerevoli i viaggi che racconta. Anche il consulente ha viaggiato parecchio.
Viaggi in jeans, viaggi in cravatta.
I due si scambiano il numero di telefono.
Si salutano e io mi ritrovo a fantasticare e ad invidiare il girovago che lavorerebbe tutti i giorni e che adesso dorme con il viso appoggiato al finestrino del treno.
Don’t dream it, do it.
2 comments:
Serio liviù....t'immagini..uno lavora per un pò in un posto..qualsiasi lavoro...giusto per vivere..e poi va via in un altro...si si si
ma mi leggi nel pensiero???
Quando si parte?
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